Un altro traguardo per la sanità dell’ASL Salerno nell’ambito della Cardiologia Interventistica: il 14 agosto presso l’Ospedale San Luca – DEA di Vallo della Lucania-Agropoli è stato eseguito con successo, dal Team di Elettrofisiologia, un intervento di cardioneuroablazione su un giovane paziente di 22 anni, affetto da bradicardia sinusale con episodi lipotimici vasovagali ricorrenti e con ritmo giunzionale al tracciato di base, che ha così evitato l’impianto di un pacemaker grazie a questa nuova tecnica innovativa e altamente specialistica, che provoca una denervazione di alcune aree che influenzano il ritmo cardiaco. E’ il primo intervento di questo genere eseguito nella ASL Salerno.
“La sincope vasovagale – spiega il Dott. Antonio Aloia, Direttore dell’U.O.,C. UTIC-Cardiologia dell’Ospedale San Luca DEA I° livello Vallo della Lucania-Agropoli – è la forma più comune di svenimento nella popolazione generale, causata da un brusco calo della pressione arteriosa e del battito cardiaco, che determina una riduzione dell’apporto ematico al cervello causando lo svenimento. In alcuni pazienti, il rallentamento della frequenza cardiaca può determinare per qualche secondo anche l’arresto cardiaco. In questi casi si parla di sincope vasovagale cardioinibitoria. Ed è proprio questa forma sincopale che può giovarsi della tecnica di cardioneuroablazione.
Sebbene nella maggior parte dei casi la sincope vasovagale non sia pericolosa per la vita, in alcuni pazienti può diventare invalidante, compromettendo gravemente la qualità della vita, impedendo la guida di autoveicoli o imponendo limitazioni nell’attività lavorativa. Questo succede generalmente quando gli episodi sincopali diventano molto frequenti, non sono prevedibili o causano gravi traumi dovuti alle cadute durante lo svenimento”.
Continua il dott. Aloia: “Nella maggior parte dei casi, i pazienti con sincope vasovagale riescono a controllare il disturbo ed evitare le recidive sincopali seguendo le raccomandazioni fornite dal personale medico qualificato. Queste raccomandazioni riguardano alcune modifiche dello stile di vita e dell’alimentazione, come il giusto apporto giornaliero di sale e l’idratazione. In altri casi ancora, i pazienti vengono istruiti sull’esecuzione di alcune facili manovre di contrazione muscolare delle mani o delle gambe, da eseguire autonomamente quando iniziano a comparire i sintomi premonitori che porteranno da lì a breve allo svenimento. Quando, nei casi gravi di sincopi vasovagale cardioinibitoria, queste manovre non siano sufficienti a prevenire gli svenimenti, si può prendere in considerazione l’impianto di un pacemaker. Questa decisione è spesso molto sofferta per la giovane età dei pazienti e per il fatto che circa un 20% potrebbe continuare ad avere svenimenti anche dopo l’impianto del pacemaker. Pertanto, la scelta di impiantare un pacemaker deve rappresentare una soluzione straordinaria, da riservare solo a pochi casi caratterizzati da una particolare gravità del quadro clinico non controllabile con l’approccio convenzionale.“
“La cardioneuroablazione – spiega il Dott. Valerio Giordano, Responsabile del Laboratorio di Elettrofisiologia-Elettrostimolazione – è una tecnica recentemente introdotta nella pratica clinica ed eseguita ancora da pochi Centri in Italia, che viene a rappresentare una chance terapeutica, in particolare per i pazienti giovani con frequenti e gravi episodi di sincope vasovagale cardioinibitoria, altrimenti candidati ad impianto di pacemaker.
Scopo della cardioneuroablazione: modulare l’attività di alcuni gangli nervosi situati a ridosso del cuore che ricevono segnali dal cervello e dal sistema nervoso autonomo per regolare il battito cardiaco, decidendo se deve rallentare o accelerare a seconda delle necessità del corpo. In pratica, sono come delle “centraline” che aiutano a mantenere il cuore in sincronia con ciò che succede nel resto del corpo. Una volta localizzati, questi gangli vengono disattivati applicando energia sottoforma di radiofrequenza erogata attraverso un catetere. Ne risulta una modulazione del sistema nervoso autonomo che rende meno sensibile il cuore alle stimolazioni vagali, evitando il rallentamento del battito cardiaco responsabile della sincope.
Nel nostro caso, previa anestesia locale attraverso la vena femorale dx, abbiamo introdotto dopo puntura transettale un elettrocatetere in atrio sx ed eseguito mappaggio elettroanatomico, di atrio sx e vene polmonari al fine di individuare miglior potenziale di ganglio parasimpatico. Abbiamo individuato tale potenziale in prossimità della vena polmonare superiore destra, e abbiamo proceduto a multiple erogazione in radiofrequenza in corrispondenza di tale segnale. Durante erogazione abbiamo documentato la comparsa di ritmo sinusale a FC di 108 bpm e corrispondente scomparsa della bradicardia sinusale presente prima della procedura.
Si è così evitato al giovane paziente l’impianto del Pace Maker”
“Questo tipo di intervento è il primo eseguito nell’ASL Salerno ed è l’unica metodica che permette di modificare il meccanismo fisiopatologico della sincope vaso-vagale e costituisce una valida opportunità nei pazienti più giovani, per i quali non esistono alternative terapeutiche- continua il Dott. Valerio Giordano – “Questa nuova metodica rappresenta il coronamento dell’intensa attività svolta negli ultimi anni dal Nostro Laboratorio di Ettrofisiologia-Elettrostimolazione”.
L’intervento è stato eseguito dal Dott. Valerio Giordano e dal Dott. Carlo Mucciolo. I due professionisti descrivono la procedura che ha previsto l’utilizzo di un sistema di mappaggio cardiaco tridimensionale che ha permesso di navigare dentro il cuore mediante cateteri inseriti attraverso una vena dell’inguine. Quando eseguita da operatori esperti, l’intervento ha un’ottima probabilità di successo ed è gravata da un basso rischio di complicanze. Infine, la procedura è stata eseguita senza l’utilizzo di radiazioni. Quest’ultimo aspetto è di grande importanza poiché l’intervento viene più frequentemente eseguito in pazienti giovani, spesso ancora in età fertile. La cardioneuroablazione è consigliata per pazienti che soffrono di bradicardia sintomatica, caratterizzata da affaticamento e difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane. È particolarmente indicata per individui che sperimentano episodi di sincope (svenimento) dovuti a un eccessivo tono vagale, con conseguenti pause prolungate nel battito cardiaco. In alternativa all’impianto di un pacemaker, questa procedura può essere particolarmente vantaggiosa nei pazienti più giovani, riducendo i rischi associati a lungo termine con l’uso di un pacemaker.
“È un importante passo avanti per il l’Ospedale San Luca”, ha dichiarato il Direttore dell’U.O.C. UTIC-Cardiologia “Grazie a tecnologie di ultima generazione e alla competenza del nostro team della Cardiologia Interventistica, possiamo offrire anche ai nostri pazienti soluzioni innovative e personalizzate, migliorando significativamente la loro qualità di vita. Ringrazio la Direzione Strategica dell’ASL Salerno e il Direttore Sanitario e Amministrativo dell’Ospedale San Luca per il prezioso supporto che non ci fanno mai mancare”.